Napapjiri®
Erano i primi Anni Novanta quando ad Aosta è cominciata la storia di Napapijri, nome che in
finlandese indica il Circolo Polare Artico. Dal desiderio di coniugare l’importanza delle lavorazioni
tecniche con una connotazione fortemente innovativa nasce l’avventura della Green Sport Monte
Bianco spa. L’azienda familiare inizia con la produzione di zaini e borse firmati Napapijri
finalizzati a soddisfare le esigenze di chi viaggia. La vocazione sperimentale sfocia poi in maniera
naturale in una serie di proposte d’abbigliamento, area in cui si riassumono tutte le competenze
tecniche ma sempre con un’accezione di stile inedita per un marchio prettamente sportivo. L’aspetto
cromaticamente più discreto e una vestibilità più simile a quella cittadina permettono così al brand
di costruire, col passare delle stagioni, una vera e propria gamma d’offerta che abbandona
decisamente i colori accesi, protagonisti incontrastati fino ad allora dei paesaggi d’alta quota, a
favore di un’immagine assolutamente all’avanguardia, che detterà legge nel settore imponendo un
nuovo trend.
Napapijri registra così un immediato successo imponendo anche in segmenti più “urban” il suo segno di riconoscimento, la bandiera norvegese. Per la prima volta una tradizione legata in maniera esclusiva all’ambito tecnico/sportivo approda nelle vie cittadine, con un percorso contrario a quanti nel tempo hanno preso dall’abbigliamento “active” l’ispirazione per linee casual già esistenti. Parallelamente allo studio di nuove soluzioni d’immagine, Napapijri ha puntato comunque e sempre sull’innovazione e sulla ricerca stringendo accordi con altre realtà tecnologicamente avanzate e ampliando il numero delle attività produttive controllate dal quartier generale d’Aosta. Passati i primi anni del Duemila, la necessità di consolidare il business, e di attrezzare una rete distributiva con un respiro più internazionale, porta Napapijri a cercare una collocazione più globale. La soluzione arriva nel maggio 2004, con la cessione del marchio alla holding statunitense VF Corporation, leader del segmento sportswear e protagonista del mercato anche con label che spaziano dal jeanswear agli accessori fino all’underwear.
La nuova riorganizzazione manageriale e lo spostamento della sede, dal settembre 2005, nel quartier generale di VF International a Lugano, fanno di Napapijri un progetto globale che guarda verso tutti i mercati internazionali con una vocazione più ampia: quella di rinchiudere in sé un mondo di proposte che già sono considerate un riconoscibile stile di vita.
Con oltre 2500 punti vendita nel mondo, di cui quasi 1000 in Italia, Napapijri vanta una forte rete commerciale che nei negozi monomarca riassume ciò che il brand vuole comunicare. Le ispirazioni legate ai paesaggi polari, e alle spedizioni che hanno reso queste terre conosciute all’immaginario collettivo, si ritrovano nelle architetture e nel design degli stores. Un’altra recente iniziativa ha espresso la volontà di evoluzione del brand: con la fine del 2005 Napapijri ha inaugurato a Sestriere il primo Napapijri Cafe, a conferma di un inquadramento più ampio che supera il concetto di abbigliamento per abbracciare un vero e proprio lifestyle legato al nome. La scelta di Sestriere riporta, ancora un volta, al mondo della montagna sempre vissuta e mai semplicemente evocata.
Napapijri registra così un immediato successo imponendo anche in segmenti più “urban” il suo segno di riconoscimento, la bandiera norvegese. Per la prima volta una tradizione legata in maniera esclusiva all’ambito tecnico/sportivo approda nelle vie cittadine, con un percorso contrario a quanti nel tempo hanno preso dall’abbigliamento “active” l’ispirazione per linee casual già esistenti. Parallelamente allo studio di nuove soluzioni d’immagine, Napapijri ha puntato comunque e sempre sull’innovazione e sulla ricerca stringendo accordi con altre realtà tecnologicamente avanzate e ampliando il numero delle attività produttive controllate dal quartier generale d’Aosta. Passati i primi anni del Duemila, la necessità di consolidare il business, e di attrezzare una rete distributiva con un respiro più internazionale, porta Napapijri a cercare una collocazione più globale. La soluzione arriva nel maggio 2004, con la cessione del marchio alla holding statunitense VF Corporation, leader del segmento sportswear e protagonista del mercato anche con label che spaziano dal jeanswear agli accessori fino all’underwear.
La nuova riorganizzazione manageriale e lo spostamento della sede, dal settembre 2005, nel quartier generale di VF International a Lugano, fanno di Napapijri un progetto globale che guarda verso tutti i mercati internazionali con una vocazione più ampia: quella di rinchiudere in sé un mondo di proposte che già sono considerate un riconoscibile stile di vita.
Con oltre 2500 punti vendita nel mondo, di cui quasi 1000 in Italia, Napapijri vanta una forte rete commerciale che nei negozi monomarca riassume ciò che il brand vuole comunicare. Le ispirazioni legate ai paesaggi polari, e alle spedizioni che hanno reso queste terre conosciute all’immaginario collettivo, si ritrovano nelle architetture e nel design degli stores. Un’altra recente iniziativa ha espresso la volontà di evoluzione del brand: con la fine del 2005 Napapijri ha inaugurato a Sestriere il primo Napapijri Cafe, a conferma di un inquadramento più ampio che supera il concetto di abbigliamento per abbracciare un vero e proprio lifestyle legato al nome. La scelta di Sestriere riporta, ancora un volta, al mondo della montagna sempre vissuta e mai semplicemente evocata.